giovedì 23 giugno 2016

serpe



Per poi tornar bambini
come se la vecchiezza nel suo lemme avvicinarsi
altro non fosse che un incantatore di serpenti
che nella melodia sospende la sorte
per poi, chiusa la cesta, avviarsi ad altri mercati.

Si può, forse, in un ammanco di veleno
uscir dal vimine e inoffensivi rastrellar villaggi
e, pur se non portatori di mortali morsi,
d’intorno urla di paura e gesti incontrollati
si aprirebbero come ventagli fino ad esser strade
deserte per l’arrivo dell’infida bestia.

Ma la realtà ci vuole sedotti
da melodie inesperte e da occhi taglienti
per uscire al canto e rimaner chiusi al chiasso
perché di noi la serpeggiante natura
va controllata, e con essa anche l’angelo che vive
tra terra e cielo, in un incantamento ancora inespresso.

Dicevi: Kundalini, serpente piumato, tentatore dell’Eden
dormi, sei una serpe!
Invece io t’imploro: apri la cesta
lascia che io strisci fino a capire come si fa a volare
perché il rettile è canto di rondine capovolto
ma canto sarebbe, non serpe, se questa vecchiezza incantatrice
non avesse sospeso la mia sorte
di ritornar bambino al nuovo inizio
e all’altra morte.

Claudio Fiorentini
Tutti i diritti sono riservati

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