martedì 14 giugno 2016

Da Caporetto al Piave, di Giorgio Bianchi




La semplicità dei ragazzi che, inconsapevoli, sono partiti a farsi massacrare, sembra essere il fulcro della narrazione, e si rivive in tutta la sua crudezza, quando l'autore ritrae le loro speranze. Bel romanzo, denso, dall'intercedere classico, che narra la grande guerra dal punto di vista dei soldati e delle loro spaventose sofferenze, mentre il senso del ridicolo copre le assurde decisioni prese dai generali. La carneficina e la disfatta sono la norma per un esercito mal vestito e impreparato, che invece della radio usa i piccioni viaggiatori.

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